Malcesine, Lago di Garda


Ecco le mura antiche, ecco la torre del castello, ecco MALCESINE, la perla del Garda. 

Abitata da Franchi, Longobardi e Scaligeri che nel XIII secolo costruirono il castello sulla rocca che domina tutto il borgo. Il castello è aperto ai visitatori che possono, dall'alto della sua torre pentagonale, ammirare lo splendido paesaggio.
All'interno il Museo archeologico, raccolte naturalistiche e una sala dedicata a Goethe. Si raggiunge da via Castello, che parte da una piccola piazzetta. Vicino all'ingresso vi è una terrazza che permette di vedere la riva opposta del lago e il borgo di Limone del Garda. 
Ho trascorso molte estati a Malcesine, passeggiando nel vecchio borgo, ma ogni volta c'è la scoperta di piccoli angoli nascosti. Molto romantico è il Porto Vecchio, racchiuso fra  vecchie case, dove il rumore delle onde che entrano nella piazzetta, ti fanno dimenticare le grandi dimensioni del lago. 

LAGO di GARDA Riviera orientale veneta

Se si ha la fortuna di salire sulla cima del Monte Baldo in una giornata serena, il Lago appare come un enorme zaffiro, incastonato fra le montagne di tre province: Brescia, Verona e Trento. Per il clima mediterraneo e la natura lussureggiante è considerato un piccolo mare. Argentati ulivi, rinomate vigne, alti cipressi, alloro, oleandri…Dalle profonde acque blu arrivano sulle sponde quiete onde che accarezzano vecchi borghi, antiche mura e ville.
Questa è la Costa Orientale Veronese chiamata:


la RIVIERA degli OLIVI.

Negli ultimi anni si è dotata di splendide passeggiate a lago che si possono percorrere a piedi o in bicicletta e  che uniscono i suggestivi borghi.
Partendo da sud, all’uscita dall’autostrada A4, si entra in
PESCHIERA.
Qui s’incontrano Veneto e Lombardia. Situata all’estremità della Riviera degli Olivi, esattamente dove il fiume Mincio esce dal lago e l’acqua da blu diventa verde. I margini del fiume sono il regno degli appassionati di pesca e cicloturismo. Da Peschiera si può ammirare la grandezza del Garda, la vista verso nord spazia nell’immenso specchio che sembra non aver fine. Peschiera fu fortezza romana, scaligera e veneziana. Le possenti mura fortificate del ‘500 circondano tutto il nucleo antico dell’abitato.
Sono bagnate da un grande fossato ed hanno quattro contrafforti. Peschiera fu importante centro della Repubblica della Serenissima e il suo nome è legato alle vicende risorgimentali del quadrilatero difensivo creato dagli austriaci con Verona, Legnago e Mantova. Inoltre, in piazza Catullo, grande e alberata, si trova la palazzina del Comando del Presidio dove, nel 1917, presenti il re d’Italia e lo stato maggiore, si svolse un convegno dopo Caporetto.
All’interno si possono ammirare cimeli risorgimentali e della guerra 1915-1918. E’ dotata di un bel porto. Per chi viaggia in treno, scendendo alla stazione ferroviaria di Peschiera si può salire il lago verso nord con i pullman che arrivano da Verona.

Viaggiando si approda a:
LAZISE.
In epoca romana era conosciuta come "Lasitium". Fu un’importante base commerciale e portuale degli Scaligeri e di Venezia che qui installò un grande arsenale. Nel 1509 i veneziani affondarono la loro flotta a 600 metri dalla riva per non cederla in mano al nemico. La parte storica è cinta da alte mura merlate e conserva il castello scaligero del XI-XV secolo e un vecchio porto circondato da un caratteristico borgo. La vecchia chiesetta di San Niccolò contiene affreschi della scuola di Giotto. Ci sono vari parcheggi fuori le mura dove si può sostare per poi entrare a piedi nel borgo antico. La strada  orientale è  spesso ai margini della riva e  il traffico è abbastanza lento perché il panorama merita, inoltre la carreggiata non permette i sorpassi. Più avanti s’incontrano molte spiaggette di ciottoli e, se si è fortunati, si parcheggia sul lago. Lazise è la cittadina che accoglie in maggioranza turisti tedeschi.


Grazie a Goethe, che descrisse le meraviglie di questi luoghi, la parte più a nord del lago è stata turisticamente "colonizzata" da affezionati che arrivano dalla Germania provenienti dal Brennero e che qui incontrano il primo "mare". Mentre a sud sono in maggioranza lombardi, veneti e mantovani.

Attraversate altre piccole frazioni si entra a:
BARDOLINO.
Incorniciata da colline moreniche dove si produce il rinomato vino rosso omonimo. Il vecchio borgo di pescatori ha le case disposte in file perpendicolari al lago. Anche qui gli Scaligeri eressero una possente rocca di cui sono parzialmente conservate le torri. Sul lungolago si affacciano i parchi di due ville dell’ottocento. Da vedere assolutamente è la chiesa romanica di San Zeno del IX secolo con capitelli longobardi. Dal porto, come del resto negli altri centri, parte la Navigazione Laghi. E’ molto interessante ammirare la costa e i borghi da un ‘altra prospettiva, navigando sui battelli.
Nei dintorni, alle spalle del lago, vi è l’Eremo dei Camaldolesi. Un complesso monastico del XVII secolo situato a 300 metri di altitudine. Il monastero è abitato da una quindicina di monaci. Possono soggiornaci i viaggiatori in cerca di solitudine, condividendo la vita monastica con i frati. Su questa rocca si possono fare passeggiate all’ombra dei boschi, e i sentieri portano fino ad un piccolo altopiano dove si può ammirare dall’alto a destra Garda, a sinistra Bardolino.

Da Bardolino, ecco
GARDA.
La leggenda dice che che il nome derivi dalla ninfa Engardina, ma è più probabile che risalga alla parola germanica "ward" (sentinella). A Garda sono arrivati romani, longobardi, carolingi, bavaresi e Scaligeri. Carlo Magno la elesse Contea nell’VIII secolo. Grazie all’importanza strategica, il nome latino "lacus Benacus" diventò Garda. Qui non esiste più l’antica rocca costruita su un una grande roccia panoramica, e distrutta nel XIII secolo. C’è però un borgo caratteristico medievale dei pescatori con il bel Palazzo dei Capitani in stile veneziano, la Torre dell’Orologio, i palazzi Iosa, Carlotto, e Fregoso in stile rinascimentale mentre la grande villa Albertini, in ottima posizione sul lago, ospitò nel 1848 re Carlo Alberto.
Le chiese da visitare sono due: Santa Maria, con un campanile del Cinquecento e dipinti di Palma il Giovane, e quella di Santo Stefano. La villa Canossa fu teatro dello sfortunato amore tra D’Annunzio e la Marchesa di Rudinì. Garda è uno dei luoghi gardesani più frequentati d’inverno dai turisti stranieri. In maggioranza tedeschi, ma da qualche anno inglesi, e generalmente del Nord Europa. Ha un bel lungo lago, piazzetta con ristoranti all’aperto, e vie caratteristiche con negozi d’ogni genere. Una passeggiata ai bordi del lago, fiancheggiata da olivi, porta fino a Bardolino. Tra questi due borghi, negli oliveti, ci sono grandi campeggi che hanno accesso direttamente al lago.

Poco lontano da Garda, sempre verso nord, c’è
PUNTA SAN VIGILIO.

Suggestiva località su un piccolo promontorio, con un bel porticciolo. Il nome deriva dal santo vescovo di Trento che nel IV secolo diede inizio alla conversione del territorio del Benaco.
C’è anche una versione mitologica, molto suggestiva che racconta di un Vigilio, nipote del dio dei boschi, che aveva scelto di vivere sul promontorio. Qui vide una bellissima ninfa di nome Stella e se ne innamorò perdutamente. Ella lo rifiutò e lo derise, sicché Vigilio in preda alla collera la trasformò in una pietra. Lo scoglio che affiora dall’acqua di fronte a Punta San Vigilio, si chiama appunto Scoglio della Stella.
Il promontorio è un angolo incantato del Garda di fama mondiale, tra ulivi, alti cipressi e la Baia delle Sirene, ha visto visitatori famosi come l’attrice Vivien Leigh (Via col vento), con il marito Lawrence Olivier, Churcill, D’Annunzio. Nel 1986 soggiornarono Carlo e Diana d’Inghilterra. Vi sono edifici storici: Villa Guarienti del 1540 circa, collegata da due scalinate alla chiesa di San Giovanni Nepomuceno, protettore dei naviganti.
Da questa parte del Lago si ammirano dei tramonti che esaltano il paesaggio, quando il sole sembra appoggiarsi sui  monti della riva opposta, i neri cipressi di Punta San Vigilio si stagliano nel cielo infuocato.
TORRI del BENACO.

I romani la chiamarono "Castrum Turrium". Anticamente esistevano sul porto due torri che gli Scaligeri usarono come fondamenta per la Rocca costruita sul porto nel 1383.Un interessante museo nelle torri merlate è dedicato alla pesca e alla produzione dell’olio d’oliva. Fin dai tempi antichi la Riviera degli Olivi dipendeva dalla coltura dell’olivo. Questa pianta è stata coltivata fin dal primo millennio a. C. Sui pendii ne sono state messe a dimora migliaia, tortuose sculture d’argento sempre vive tutto l’anno, che producono un olio fluido e delicato. IL colore è verde-oro e il sapore è caratteristico "del Garda". Viaggiando si possono ammirare i numerosi
olivi, nei giardini delle case, degli alberghi, sui pendii. La strada gardesana attraversa tutti i borghi a velocità è limitata, ma è un bel viaggiare per godere del panorama.

Ecco le mura antiche, ecco la torre del castello, ecco
MALCESINE, la perla del Garda.

Qui le targhe sugli edifici ricordano il passaggio di Goethe.

Franchi, longobardi…e Scaligeri, quest’ultimi nel XIII secolo costruirono il castello sulla rocca che domina tutto il borgo. Il castello è aperto ai visitatori che possono, dall’alto della sua torre pentagonale, ammirare lo splendido paesaggio. All’interno il Museo archeologico, raccolte naturalistiche e una sala dedicata a Goethe. Ho passato molte estati a Malcesine, passeggiando nel vecchio borgo, ma ogni volta c’era la scoperta di piccoli angoli nascosti. Molto romantico è il Porto Vecchio, racchiuso fra antichi edifici, dove il rumore delle onde che entrano dolcemente nella piazzetta, ti fanno dimenticare le dimensioni del lago. Qui siamo nella parte alta e stretta del Garda. La più profonda, che raggiunge in certi punti 346 metri. Di fronte i monti della costa bresciana ai piedi dei quali si intravedono le gallerie della strada gardesana occidentale e i paesi accostati sulle rive. Scendendo a piedi dalla  via Paina si arriva alla spiaggia omonima, dove nella bella stagione si gode il sole e si fanno bagni nelle fresche acque.

Sedersi ai tavolini del "bar castello", assaporare una birra fresca e poi salire i vicoli fra vecchie case di pietra ed arrivare fino al castello. Fra queste viuzze di ciottolato è facile il dolce perdersi, per poi spiare nei portoni che nascondono piccoli cortili. In questo angolo regna la tranquillità assoluta, si sentono solo i passi e i brusii dei turisti. Un giorno ho parlato con un’anziana abitante che in un veneto puro mi decantava l’aria salubre del Garda, mentre saliva arzilla la scala esterna di pietra rosa di Verona.
Si può andare ai piedi della rocca del castello dove c’è un piccolo accesso al lago, vi si arriva scendendo una ripida scala, e da sotto si ammirano le mura del castello e la rocca a picco sull’acqua.
Malcesine è stata dipinta da Gustav Klimt, che ha ritratto le case sul porto con le sue inconfondibili pennellate.
Vicino al porto c’è il Palazzo dei Capitani, così chiamato perché nel 1618 diventò la dimora del Capitano del Lago che aveva il compito di controllare i confini. E’ in stile gotico-veneziano e si può visitare. All’ingresso c’è un grande atrio con affreschi, di fronte si esce in un giardino con  accesso al lago.
Dopo il porto, con una passeggiata sul lungolago, dove sono "parcheggiate" in acqua decine di barche, si arriva alla Val di Sogno, l’estremità sud di Malcesine. Vi si affacciano belle ville seminascoste dai loro parchi.
Chi si trova a Malcesine deve assolutamente salire con l’ovovia sul Monte Baldo. Nelle giornate terse si gode del bellissimo panorama sul lago. La moderna funivia che parte da Malcesine offre a tutti gli occupanti spettacolare vista ruotando su se stessa a 360°. Trasporta turisti alla prima stazione di San Michele che si trova a 1000 metri, poi raggiunge i 1780 dove ci sono i campi da sci
La catena di questo monte occupa per 25 chilometri una parte della sponda orientale. Con la cima più alta raggiunge i 2.218 metri. Le pendici sono coltivate con olivi e vigneti, in alto esiste una flora rara, simile a quella dell’ultima glaciazione. 

Qui termina la descrizione della costa orientale veneta, ma il viaggio può proseguire passando da Riva nella provincia di Trento arrivando fin sulla sponda Bresciana. Altrettanto bella e ricca di storia.

Su queste sponde tanto amate, si ispirarono, poeti e scrittori: Virgilio e Catullo e poi Foscolo, Goethe, Joyce, D’annunzio, Ezra Pound, Bayron, Carducci, Valery, Tardieu…

GALLES-VIAGGIO nella terra del Red Dragon

Il primo cartello che incontriamo è '''Croeso i Cymru''', benvenuto in Galles. I gallesi si presentano così:
'''Siamo gente indipendente, e la nostra accoglienza è famosa'''


Forti della loro storia, oggi lo spirito nazionale è più vivo che mai. Ovunque sventola la bandiera bianca e verde con il Red Dragon. Tutti i cartelli e le indicazioni  sono nelle due lingue, prima il gallese e sotto l’inglese.
Gli anglosassoni che invasero il GALLES definirono "stranieri" (Welsche) i celti romanizzati che si erano rifugiati nell'odierno Galles. Da questa loro definizione ebbe origine il nome in lingua inglese del paese e dei suoi abitanti.
Nel 1998 la terra del Red Dragon ha ottenuto la devolution dal governo di Tony Blair che ha portato all'istituzione dell'Assemblea nazionale per il Galles, dotata di poteri di spesa all'interno del paese.
Ma la voglia d’indipendenza inizia da lontano….. 
CAERFHILLY
Dopo l'approvazione dello Statuto di Rhuddlan, che introduceva nel Galles il diritto e il sistema feudale inglese lasciando un ruolo marginale ai gallesi, si racconta che Edoardo I “l'invasore”, promise ai gallesi, che erano fortemente attaccati alla loro lingua, che mai avrebbe dato il controllo del loro paese a qualcuno che parlasse inglese. Infatti, nominò il figlio primogenito appena nato Principe del Galles, affermando che un neonato non parlava l’inglese! Il potere sul paese da parte di Edoardo I fu rafforzato dalla costruzione di numerosi castelli e da successivi insediamenti di coloni inglesi.