BRETAGNA 1

La regione della Francia che amo di più. Il luogo dove mi piacerebbe vivere. E per alimentare il mio sogno, in Bretagna ci sono stata quattro volte, forse qualcosa dell'interno della regione me lo sono perso, ma di sicuro la costa bretone non ha più segreti per me. La Bretagna è terra scolpita dalle onde, come i suoi abitanti, forgiati dal mare. Il mare è la vita per molti bretoni, mare generoso, mare che spesso è stato crudele, sono molti i naufragi nella storia di questa regione.

Pays de Cap Frèhel
E' una delle mete immancabili per chi arriva in questa regione che vanta origini celtiche.
Colonizzata dai celti fin dai tempi dei romani, nell'846 fu riconosciuta come stato unitario e indipendente. Divenne ducato nel 1212, e si legò alla Francia nel 1499 in seguito alle nozze della duchessa Anna col re Luigi XII. La duchessa Anna è stata molto amata, ed ancora oggi nelle varie guide turistiche vengono indicati i luoghi dove ella visse. Nel 1789 ogni forma di autonomia fu definitivamente soppressa, ma lo spirito nazionale bretone non si è mai spento.

A le Cap Fréhel vi è uno dei numerosi fari bretoni, alto 70 metri, indispensabili per segnalare le coste marine, fra le più pericolose del mondo. È stato eretto nel 1946 sul promontorio circondato da falesie spettacolari, con rocce rosse, grigie e nere, a picco sul mare. Arrivare in giugno significa assistere ad uno spettacolo della natura dove le eriche e le ginestre fiorite fanno a gara con lo splendore delle armerie appena sfiorite che formano tappeti di colori senza fine. Le rocce sono il regno dei gabbiani e cormorani che qui vengono a nidificare. Si può salire sul faro per sentirsi “grandi” ed ammirare l'arcipelago di Brèhat a ovest, l'isola di Jersy a nord, e più lontano a nord-est intravedere l'isola di Chausey.


Il vento sopra il promontorio è fortissimo, e i gabbiani planano sulla nostra testa seguendo la corrente. Tutta la costa è percorsa da chilometri di sentieri che passano ai bordi delle falesie toccando i punti panoramici.
Questi sentieri sono chiamati dei doganieri, perché erano i percorsi dai quali essi scrutavano il mare per fare la guardia alla costa. La strada che porta a Cap Frèhel attraversa una zona altamente turistica, che contrasta con il paesaggio esclusivamente paesaggistico del Cap. Ho notato che l'urbanizzazione è aumentata negli ultimi anni, e la parte iniziale della penisola '''Sables d'Or les Pins''' è presa d'assalto dai turisti. Non oso immaginare luglio e agosto!
E proprio come dice il nome c'è un'immensa spiaggia di sabbia finissima, alle spalle della quale fa contrasto il verde scuro delle pinete. Chilometri di pinete.
Sulla punta, nelle giornate senza nebbia, se siete rivolti verso il mare, a destra potrete vedere un castello fortificato poco distante in linea d'aria, è:

FORT - LA - LATTE
Monumento storico, per visitarlo siamo arrivati di mattino presto e abbiamo atteso l'ora d'ingresso. Dopo la pioggia notturna, una leggera nebbia azzurra avvolgeva tutto il panorama. Abbiamo sostato in un comodo parcheggio, gratuito situato nei pressi dell'ingresso. Si accede al castello da un ponte levatoio, sospeso su di un burrone che serviva da difesa naturale per la roccaforte.
Il mastio e i bastioni sono stati costruiti su un promontorio circondato dal mare. Secondo la leggenda il primo castello è stato edificato da un Signor Goyon nel 937.
Quello che vediamo ora, diversamente, fu iniziato nel XIII secolo sempre dai Signori di Goyon, e prese il nome di Roche-Goyon.
Fu terminato nel XIV secolo e venne lussuosamente arredato.
Il castello vide varie battaglie, cambiò proprietari, e nel corso dei secoli fu assediato dagli inglesi (1490) che tentavano alcuni sbarchi sulla costa bretone. La storia del castello è ricca di avvenimenti bellici, durante i quali fu difeso dalle parrocchie del vicinato e dai vassalli dei gentiluomini che temevano le invasioni.
Durante la Rivoluzione, vi furono imprigionate delle spie inglesi.

A questa storia pensavo durante la visita del castello. La nebbia rendeva ancor più affascinante e sognante la roccaforte storica edificata in un ambiente selvaggio, e pareva che il tempo si fosse fermato.
All'interno eravamo solo una decina di turisti in visita alle varie parti del castello, e il silenzio era assoluto. Solo qualche mormorio per non disturbare l'atmosfera.
Nel cortile interno vi è una cappella, edificata per le guarnigioni nel 1719 e riconsacrata dopo l'ultima guerra. Nello stesso cortile mi ha incuriosito il forno dove venivano fuse le palle di ferro per i cannoni dei guardacoste. Vicino all'ingresso del Fort, a sinistra, c'è un negozio di souvenir con oggetti curiosi. Tutti improntati sul celtismo. É noto che i bretoni tengono molto a questa loro origine. Scatole di biscotti, birra, sidro ecc. sono decorati con il triskel e la bandiera bretone.
Il ministero della guerra declassò il castello che è poi diventato monumento storico. In seguito è appartenuto a vari Signori e restaurato. Dal '30 al '39 la piazzaforte è stata occupata e saccheggiata dai tedeschi. Dopo la guerra il proprietario Signore Sonnier riprese i restauri. Gli ultimi lavori riguardarono lo sgombero di una casamatta davanti alla piazzaforte.

Fort la Latte è il classico castello per ambientazioni medievali, nel 1957 fu il set per il film di Hollywood "i Vichinghi".
Ma vi assicuro di aver visto scene di serie televisive o film storici minori, girati a Fort la Latte.
Il ricordo del luogo è indimenticabile, ho scattato poche immagini causa la nebbia.
Per chi si reca in Bretagna.
Ricordate di visitare Le Cap Frèhel e Fort la Latte, nel Dipartimento Cotes d'Armor, a nord della regione rivolta verso la Manica.
Curiosità sull'attuale bandiera nazionale bretone.
Creata nel 1923 dall'autonomista Morvan Marchal e alzata per la prima volta nel 1925. I colori bianco e nero, che che le danno il nome (Gwenn ha Du), sono i colori bretoni fin dal XIII secolo, mentre il riquadro col simbolo dell'ermellino è ispirato agli antichi scudi e stendardi ducali. Le strisce bianche e nere vogliono rappresentare le nove province bretoni. La bandiera ebbe subito grande popolarità come simbolo d'indipendenza e per certi periodi fu proibita dalle autorità centrali.
Oggi sventola liberamente.

2 commenti:

Unknown ha detto...

non ci posso credere!!!!anche tu ami così tanto la Bretagna!???
pensa che è stata la meta per il mio viaggio di nozze!
che meraviglia, che luoghi incantevoli!
grazie per aver descritto così bene questi magici luoghi!
un abbraccio
Annalisa

Lombarda ha detto...

E' bella, bellissima! Sono tornata da pochi giorni di nuovo con centinaia di fotografie. Ormai la conosco tutta e mi piace portare con me i ricordi. E non solo immagini, ma ...sidro, birra, biscotti, musica e pure un libricino di ricette.