Se si ha la fortuna di salire sulla
cima del Monte Baldo in una giornata serena, il Lago appare come un
enorme zaffiro, incastonato fra le montagne di tre province: Brescia,
Verona e Trento. Per il clima mediterraneo e la natura lussureggiante
è considerato un piccolo mare. Argentati ulivi, rinomate vigne,
alti cipressi, alloro, oleandri…Dalle profonde acque blu arrivano
sulle sponde quiete onde che accarezzano vecchi borghi, antiche mura
e ville.
Questa è la Costa Orientale Veronese
chiamata:
la RIVIERA degli OLIVI.
Negli ultimi anni si è dotata di splendide passeggiate a lago che si possono percorrere a piedi o in bicicletta e che uniscono i suggestivi borghi.
Negli ultimi anni si è dotata di splendide passeggiate a lago che si possono percorrere a piedi o in bicicletta e che uniscono i suggestivi borghi.
Partendo da sud, all’uscita
dall’autostrada A4, si entra in
PESCHIERA.
PESCHIERA.
Qui s’incontrano Veneto e
Lombardia. Situata all’estremità della Riviera degli Olivi,
esattamente dove il fiume Mincio esce dal lago e l’acqua da blu
diventa verde. I margini del fiume sono il regno degli appassionati
di pesca e cicloturismo. Da Peschiera si può ammirare la grandezza
del Garda, la vista verso nord spazia nell’immenso specchio che
sembra non aver fine. Peschiera fu fortezza romana, scaligera e
veneziana. Le possenti mura fortificate del ‘500 circondano tutto
il nucleo antico dell’abitato.
Sono
bagnate da un grande fossato ed hanno quattro contrafforti. Peschiera
fu importante centro della Repubblica della Serenissima e il suo nome
è legato alle vicende risorgimentali del quadrilatero difensivo
creato dagli austriaci con Verona, Legnago e Mantova. Inoltre, in
piazza Catullo, grande e alberata, si trova la palazzina del Comando
del Presidio dove, nel 1917, presenti il re d’Italia e lo stato
maggiore, si svolse un convegno dopo Caporetto.
All’interno si possono
ammirare cimeli risorgimentali e della guerra 1915-1918. E’ dotata
di un bel porto. Per chi viaggia in treno, scendendo alla stazione
ferroviaria di Peschiera si può salire il lago verso nord con i
pullman che arrivano da Verona.
Viaggiando si approda
a:
LAZISE.
LAZISE.
In epoca romana era
conosciuta come "Lasitium". Fu un’importante base
commerciale e portuale degli Scaligeri e di Venezia che qui installò
un grande arsenale. Nel 1509 i veneziani affondarono la loro flotta a
600 metri dalla riva per non cederla in mano al nemico. La parte
storica è cinta da alte mura merlate e conserva il castello
scaligero del XI-XV secolo e un vecchio porto circondato da un
caratteristico borgo. La vecchia chiesetta di San Niccolò contiene
affreschi della scuola di Giotto. Ci sono vari parcheggi fuori le
mura dove si può sostare per poi entrare a piedi nel borgo antico.
La strada orientale è spesso ai margini della riva e il
traffico è abbastanza lento perché il panorama merita, inoltre la
carreggiata non permette i sorpassi. Più avanti s’incontrano molte
spiaggette di ciottoli e, se si è fortunati, si parcheggia sul lago.
Lazise è la cittadina che accoglie in maggioranza turisti tedeschi.
Grazie a Goethe, che
descrisse le meraviglie di questi luoghi, la parte più a nord del
lago è stata turisticamente "colonizzata" da affezionati
che arrivano dalla Germania provenienti dal Brennero e che qui
incontrano il primo "mare". Mentre a sud sono in
maggioranza lombardi, veneti e mantovani.
Attraversate altre piccole
frazioni si entra a:
BARDOLINO.
Incorniciata da colline
moreniche dove si produce il rinomato vino rosso omonimo. Il vecchio
borgo di pescatori ha le case disposte in file perpendicolari al
lago. Anche qui gli Scaligeri eressero una possente rocca di cui sono
parzialmente conservate le torri. Sul lungolago si affacciano i
parchi di due ville dell’ottocento. Da vedere assolutamente è la
chiesa romanica di San Zeno del IX secolo con capitelli
longobardi. Dal porto, come del resto negli altri centri, parte
la Navigazione Laghi. E’ molto interessante ammirare la costa e i
borghi da un ‘altra prospettiva, navigando sui battelli.
Nei dintorni, alle spalle
del lago, vi è l’Eremo dei Camaldolesi. Un complesso monastico del
XVII secolo situato a 300 metri di altitudine. Il monastero è
abitato da una quindicina di monaci. Possono soggiornaci i
viaggiatori in cerca di solitudine, condividendo la vita monastica
con i frati. Su questa rocca si possono fare passeggiate all’ombra
dei boschi, e i sentieri portano fino ad un piccolo altopiano dove si
può ammirare dall’alto a destra Garda, a sinistra Bardolino.
Da Bardolino, ecco
GARDA.
GARDA.
La leggenda dice che che il
nome derivi dalla ninfa Engardina, ma è più probabile che risalga
alla parola germanica "ward" (sentinella). A Garda sono
arrivati romani, longobardi, carolingi, bavaresi e Scaligeri. Carlo
Magno la elesse Contea nell’VIII secolo. Grazie all’importanza
strategica, il nome latino "lacus Benacus" diventò Garda.
Qui non esiste più l’antica rocca costruita su un una grande
roccia panoramica, e distrutta nel XIII secolo. C’è però un borgo
caratteristico medievale dei pescatori con il bel Palazzo dei
Capitani in stile veneziano, la Torre dell’Orologio, i palazzi
Iosa, Carlotto, e Fregoso in stile rinascimentale mentre la grande
villa Albertini, in ottima posizione sul lago, ospitò nel 1848 re
Carlo Alberto.
Le chiese da visitare sono
due: Santa Maria, con un campanile del Cinquecento e dipinti di Palma
il Giovane, e quella di Santo Stefano. La villa Canossa fu teatro
dello sfortunato amore tra D’Annunzio e la Marchesa di Rudinì.
Garda è uno dei luoghi gardesani più frequentati d’inverno dai
turisti stranieri. In maggioranza tedeschi, ma da qualche anno
inglesi, e generalmente del Nord Europa. Ha un bel lungo lago,
piazzetta con ristoranti all’aperto, e vie caratteristiche con
negozi d’ogni genere. Una passeggiata ai bordi del lago,
fiancheggiata da olivi, porta fino a Bardolino. Tra questi due
borghi, negli oliveti, ci sono grandi campeggi che hanno accesso
direttamente al lago.
Poco lontano da Garda,
sempre verso nord, c’è
PUNTA SAN VIGILIO.
Suggestiva località su un
piccolo promontorio, con un bel porticciolo. Il nome deriva dal santo
vescovo di Trento che nel IV secolo diede inizio alla conversione del
territorio del Benaco.
C’è anche una versione
mitologica, molto suggestiva che racconta di un Vigilio, nipote del
dio dei boschi, che aveva scelto di vivere sul promontorio. Qui vide
una bellissima ninfa di nome Stella e se ne innamorò perdutamente.
Ella lo rifiutò e lo derise, sicché Vigilio in preda alla collera
la trasformò in una pietra. Lo scoglio che affiora dall’acqua di
fronte a Punta San Vigilio, si chiama appunto Scoglio della Stella.
Il promontorio è un angolo
incantato del Garda di fama mondiale, tra ulivi, alti cipressi e la
Baia delle Sirene, ha visto visitatori famosi come l’attrice Vivien
Leigh (Via col vento), con il marito Lawrence Olivier, Churcill,
D’Annunzio. Nel 1986 soggiornarono Carlo e Diana d’Inghilterra.
Vi sono edifici storici: Villa Guarienti del 1540 circa, collegata da
due scalinate alla chiesa di San Giovanni Nepomuceno, protettore dei
naviganti.
Da questa parte del Lago si
ammirano dei tramonti che esaltano il paesaggio, quando il sole
sembra appoggiarsi sui monti della riva opposta, i neri
cipressi di Punta San Vigilio si stagliano nel cielo infuocato.
TORRI del BENACO.
I romani la chiamarono
"Castrum Turrium". Anticamente esistevano sul porto due
torri che gli Scaligeri usarono come fondamenta per la Rocca
costruita sul porto nel 1383.Un interessante museo nelle torri
merlate è dedicato alla pesca e alla produzione dell’olio
d’oliva. Fin dai tempi antichi la Riviera degli Olivi
dipendeva dalla coltura dell’olivo. Questa pianta è stata
coltivata fin dal primo millennio a. C. Sui pendii ne sono state
messe a dimora migliaia, tortuose sculture d’argento sempre vive
tutto l’anno, che producono un olio fluido e delicato. IL colore è
verde-oro e il sapore è caratteristico "del Garda".
Viaggiando si possono ammirare i numerosi
olivi, nei giardini delle case, degli alberghi, sui pendii. La strada gardesana attraversa tutti i borghi a velocità è limitata, ma è un bel viaggiare per godere del panorama.
olivi, nei giardini delle case, degli alberghi, sui pendii. La strada gardesana attraversa tutti i borghi a velocità è limitata, ma è un bel viaggiare per godere del panorama.
Ecco le mura antiche, ecco
la torre del castello, ecco
MALCESINE, la perla del Garda.
MALCESINE, la perla del Garda.
Qui le targhe sugli edifici ricordano il passaggio di
Goethe.
Franchi, longobardi…e
Scaligeri, quest’ultimi nel XIII secolo costruirono il castello
sulla rocca che domina tutto il borgo. Il castello è aperto ai
visitatori che possono, dall’alto della sua torre pentagonale,
ammirare lo splendido paesaggio. All’interno il Museo archeologico,
raccolte naturalistiche e una sala dedicata a Goethe. Ho passato
molte estati a Malcesine, passeggiando nel vecchio borgo, ma ogni
volta c’era la scoperta di piccoli angoli nascosti. Molto romantico
è il Porto Vecchio, racchiuso fra antichi edifici, dove il rumore
delle onde che entrano dolcemente nella piazzetta, ti fanno
dimenticare le dimensioni del lago. Qui siamo nella parte alta e
stretta del Garda. La più profonda, che raggiunge in certi punti 346
metri. Di fronte i monti della costa bresciana ai piedi dei quali si
intravedono le gallerie della strada gardesana occidentale e i paesi
accostati sulle rive. Scendendo a piedi dalla via Paina si
arriva alla spiaggia omonima, dove nella bella stagione si gode il
sole e si fanno bagni nelle fresche acque.
Sedersi ai tavolini del "bar
castello", assaporare una birra fresca e poi salire i vicoli fra
vecchie case di pietra ed arrivare fino al castello. Fra queste
viuzze di ciottolato è facile il dolce perdersi, per poi spiare nei
portoni che nascondono piccoli cortili. In questo angolo regna la
tranquillità assoluta, si sentono solo i passi e i brusii dei
turisti. Un giorno ho parlato con un’anziana abitante che in un
veneto puro mi decantava l’aria salubre del Garda, mentre saliva
arzilla la scala esterna di pietra rosa di Verona.
Si
può andare ai piedi della rocca del castello dove c’è un piccolo
accesso al lago, vi si arriva scendendo una ripida scala, e da sotto
si ammirano le mura del castello e la rocca a picco sull’acqua.
Malcesine è stata dipinta
da Gustav Klimt, che ha ritratto le case sul porto con le sue
inconfondibili pennellate.
Vicino al porto c’è il
Palazzo dei Capitani, così chiamato perché nel 1618 diventò la
dimora del Capitano del Lago che aveva il compito di controllare i
confini. E’ in stile gotico-veneziano e si può visitare.
All’ingresso c’è un grande atrio con affreschi, di fronte si
esce in un giardino con accesso al lago.
Dopo il porto, con una passeggiata sul
lungolago, dove sono "parcheggiate" in acqua decine di
barche, si arriva alla Val di Sogno, l’estremità sud di Malcesine.
Vi si affacciano belle ville seminascoste dai loro parchi.
Chi si trova a Malcesine deve
assolutamente salire con l’ovovia sul Monte Baldo. Nelle giornate
terse si gode del bellissimo panorama sul lago. La moderna funivia
che parte da Malcesine offre a tutti gli occupanti spettacolare vista
ruotando su se stessa a 360°. Trasporta turisti alla prima stazione
di San Michele che si trova a 1000 metri, poi raggiunge i 1780 dove
ci sono i campi da sci
La catena di questo monte occupa per 25
chilometri una parte della sponda orientale. Con la cima più alta
raggiunge i 2.218 metri. Le pendici sono coltivate con olivi e
vigneti, in alto esiste una flora rara, simile a quella dell’ultima
glaciazione.
Qui termina la descrizione della costa
orientale veneta, ma il viaggio può proseguire passando da Riva
nella provincia di Trento arrivando fin sulla sponda Bresciana.
Altrettanto bella e ricca di storia.
Su queste sponde tanto amate, si
ispirarono, poeti e scrittori: Virgilio e Catullo e poi Foscolo,
Goethe, Joyce, D’annunzio, Ezra Pound, Bayron, Carducci, Valery,
Tardieu…
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