1-VIAGGIO in camper NELLA MITICA IRLANDA

L'ISOLA DI SMERALDO



Imbarco a Cherbourg alle 16:30 circa. Sbarchiamo a Rosslare sul suolo irlandese alle 11 del giorno dopo….l'emozione è tanta, il mio sogno si sta realizzando!
L'Isola verde si presenta subito con leggera pioggia che va e viene più volte. Ma che Irlanda sarebbe senza la pioggia? Puntiamo per la sera ad un campeggio nei pressi di Dublino, dove pernottiamo per 2 notti. Il primo risveglio è sorprendentemente sereno, con il bus che parte dal camping raggiungiamo il centro della capitale. Qui con lo stesso biglietto cambiamo bus e saliamo su quello che dispone di auricolari in tutte le lingue. Il giro turistico ci permette di vedere buona parte della città. Mi ha impressionato per vastità la fabbrica Guinnes. Nel pomeriggio passeggiamo a piedi per le vie più affollate, una veduta d'insieme del popolo e della capitale. Gli irlandesi sono famosi per la cordialità e infatti un signore che ci vede con la mappa aperta, si offre di accompagnarci al Tourist Center, a passo veloce davanti a noi, incredibile! E non sarà l'unico che ci accompagna nel nostro soggiorno irlandese! Al Tourist Center acquistiamo "l'heritage card" che ci consentirà di visitare i luoghi d'interesse del patrimonio nazionale.
Abbiamo visitato e fatto tappa in moltissimi siti, io naturalmente descrivo i più interessanti e famosi.
NEWGRANGE
Da Dublino puntiamo verso il nord. Passando per NEWGRANGE che si trova nella valle del Boyn.

Visitiamo la tomba a tumulo, 85 metri di diametro, con all'interno un corridoio, una camera funeraria e stele ornate da intrecci e volute. Costruito da popolazioni preceltiche 3000 anni a.C. alto 13 metri, in origine era luogo di sepoltura dei capi clan. NEWGRANGE è conosciuto anche per una particolarità: nel soffitto della camera principale, in occasione del solstizio d'inverno, il 21 dicembre, un raggio di sole vi penetra attraverso un'apertura e va ad illuminare l'interno. Unico momento in tutto l'anno dove l'estremità della camera è illuminata dalla luce solare. 

2- Irlanda - dal Donegal alle Isole Aran



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Irlanda in CAMPER - 2° parte


 DONEGAL
Il viaggio riparte da qui e siamo al settimo giorno di permanenza in Irlanda.
Questa contea è disseminata di laghi paludosi, foreste, brughiere, scoscese montagne e distese di spiagge sabbiose. Uno spettacolo della natura. Una zona di meravigliosa bellezza.
L’Irlanda è molto varia, ed è stata una sorpresa perché non si finisce mai di ammirare panorami sempre diversi! Come tutte le aree occidentali, il Donegal conserva forte il senso della sua cultura tradizionale, e non è raro trovare qui le più belle musiche popolari.
Siamo sulla N56, usciamo sulla R257 e ci dirigiamo verso 

MEENLARAGH
È una penisola di sabbia con spiaggia immensa e dune che si protraggono verso l’Oceano. Quel mattino era deserta, con due minuscoli puntini all’orizzonte: un uomo a passeggio con cane. Abbiamo parcheggiato davanti ad un piccolo bar e fatto uno spuntino con caffè irlandese e un dolce tipico con uvetta.
Non lontano vi è un molo dove un traghetto imbarca i turisti diretti all’ISOLA DI TORY.

TORY ISLAND
È ai confini del mondo! Qui vivono pochissimi irlandesi, isolani convinti che non hanno nessuna intenzione di trasferirsi.
Dal grazioso paesino di Crolly, seguendo la R259, viaggiamo intorno a THE ROSSES, una penisola che offre magnifiche vedute selvagge, lande spazzate dai venti con i caratteristici muretti di pietra nella campagna. Nel tardo  pomeriggio assistiamo al sole cadente che offre rari effetti e colori.

Con la N56 raggiungiamo ADARA città del tweed e della lana. Questa regione, insieme alle Ebridi scozzesi produce il famoso tessuto tweed indossato dall’aristocrazia inglese. Molto resistente, riproduce i colori della natura. Adara ci sono fabbriche e negozi. Ne visitiamo qualcuno, ma i prezzi sono proibitivi. Alla fine prendiamo un tipico maglione irlandese per nostro figlio maggiore (60euro).
Continuando sulla N56 arriviamo a KILLYBEGS città con porto di pesca, molti  pescherecci e  numerosi pub.
Qui non resistiamo al nostro primo fish and chips! Esagerato! Gli irlandesi hanno razioni abbondanti! Loro mangiano fish a tutte le ore…e naturalmente birra….birra….birra!


DONEGAL città
La città è tutta intorno alla piazza triangolare: the Diamond.
C’è un grande parcheggio vicino al fiume Eske. Sotto una sottile pioggia visitiamo le rovine della DONEGAL ABBEY, fondata dai francescani. Per la posizione fu usata come fortezza e trasformata poi in polveriera, saltò in aria nel 1601. I corvi, la pioggia, la nebbia sul fiume, il grigio del cielo e il cimitero tra la vegetazione lasciata selvaggia, dà a questo luogo un atmosfera da romanzo gotico.
Meglio il CASTELLO, poco distante dalla piazza. Costruito nel 1474 fu parzialmente distrutto durante la guerra anglo-irlandese. Nel XVII secolo un nobile vi costruì la dimora. È visitabile.


Nelle vie circostanti la piazza ci sono numerosi pub e negozi.
Non lontano da Donegal, a circa un chilometro, c’è un centro artigianale: il Donegal Craft Village. Qui oltre che a vendere i propri prodotti, si possono osservare gli artigiani lavorare nella loro bottega. I prezzi sono vari e per chi vuole acquistare souvenir questo villaggio è l’ideale.

LOUGH ERNE

Lasciata Donegal passiamo da BALLYSHANNON, poi la costa sud del lago Erne fino ad ENNISKILLEN. La strada che costeggia il lago offre un bellissimo spettacolo con il lago dai riflessi argentati, numerose piccole isole e rive fiorite. In pratica siamo rientrati nella parte sud-ovest dell’Ulster!
Ad Enniskillen c’è un bel castello del XV secolo posizionato sulle rive del lago. Conquistato e ricostruito dagli inglesi nel 1607, fu simbolo per molto tempo della dominazione inglese.
Da questa cittadina andando verso sud ritorniamo nella Repubblica Irlandese.

SLIGO
 
Sulla N15 prima di raggiungere Sligo, c’è il Cimitero di DRUMCLIFF, qui oltre ad una CROCE CELTICA in pietra scolpita del XII secolo, inserita nel muro del cimitero, vi è '''la tomba di WILLIAM BUTLES YEATS, poeta ufficiale dell’Irlanda repubblicana e premio nobel per la letteratura nel 1923.


La strada si snoda tra “muraglie” di altissime piante di rododendro rosa e legnosi e inimmaginabili cespugli di eriche gialle. Con l’intenzione di fermarci per la notte in un campeggio bellissimo, arriviamo sopra un promontorio sulla baia a ROSSES POINT. Sorpresa! Il camping è letteralmente ed esclusivamente “colonizzato” da enormi camper olandesi e tedeschi! Sicché ci dirigiamo mestamente a SLIGO, dove visitiamo le rovine di un’ABBAZIA fondata dai domenicani nel XIII secolo. Resti di magnifiche campate gotiche, stemmi scolpiti. Da vedere il bellissimo chiosco del XV secolo. Qui, leggendo sul dépliant che è consegnato all’ingresso, abbiamo la conferma ai nostri sospetti ogni qualvolta visitiamo queste rovine: l’abbazia e il convento sono stati “usati” come cava di pietre!

Siete pescatori? Volete pescare salmoni? Andate a BALLINA !
In questa cittadina nell’estuario del MOY RIVER, il più pescoso d’Irlanda, i salmoni arrivano a migliaia da febbraio a settembre. Sul fiume la pesca è regolamentata, ma nel mare è libera.
Durante la festa annuale del salmone a metà luglio, gli abitanti si vestono con vecchi abiti del 1800 e girano in calesse. Musica e birra a volontà!
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Abbiamo trascorso complessivamente 21 giorni nell’Eire, e a detta di chi vi abita, siamo stati fortunati perché abbiamo avuto solo pochi giorni di pioggia. I primi, soprattutto. Merito del periodo? Il mese di giugno è fresco, ma pare sia il meno piovoso insieme a maggio.

ACHILL ISLAND
Se mi si chiede cosa mi è rimasto impresso negli occhi dell’Irlanda, la mia mente corre ad ACHILL ISLAND è la più grande isola irlandese  unita alla terra ferma da un ponte.
Quando verso le 19 abbiamo imboccato la strada ATLANTIC DRIVER a sud d’Achill Island, ci è apparso un paesaggio che non abbiamo mai visto e che sono certa non vedremo mai più. Colline spoglie, selvagge scogliere con le immancabili pecore.
La luce solare che annunciava il prossimo tramonto era perfetta, una luce che per più di un’ora ci ha offerto emozioni incredibili. Qui abbiamo trovato tutta l’essenza dell’Irlanda. Il tempo è spesso mutevole, ma noi siamo stati benedetti. Scesi dal camper per le foto era difficile risalire e  lasciare Achill Island…. Sarà uno dei posti dove sicuramente ritornerò a riprendere il mio cuore! 
Achill Island
Si dice che sull’isola vi abitino molti ex poliziotti americani d’origine irlandese, venuti qui al momento della pensione.
A nord dell’isola vi è un villaggio fantasma, dove pochi resti di mura sono a testimoniare la vita prima della Grande Carestia che spinse la gente ad abbandonare i propri villaggi. Sui lati dell’Atlantic Driver vi è il
KILDAVNET CEMENTERY e una chiesa in rovina dove vi sono sepolte molte vittime della Grande Carestia.
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Per la notte ci spostiamo a Newport, città che ha dato i natali alla famiglia di Grace Kelly.
Poi Westport e Ballinrobe, con la N84 che ci porta fino a ROSS ERRILY,
Ross Errily
il più grande monastero francescano d’Irlanda. Il suggestivo luogo è in mezzo ai prati, lo raggiungiamo a piedi dopo aver parcheggiato davanti ad un cascinale.
Si intravede da lontano ed è impressionante, solo le pecore stazionano all’esterno del recinto. Il cancello si apre cigolando….all’ingresso un cartello con la storia e un immagine disegnata di quando il priorato era nel pieno dell’attività. Naturalmente spicca subito il nome di quel tale Cromwell, sempre lui, "l'Attila" degli irlandesi, ma nonostante il suo passaggio il convento e l’abbazia sono i meglio conservati d’Irlanda.
Kilemore Abbey
CONNEMARA
Forse la mitologia irlandese è nata qui, nel CONNEMARA. Qui è gelosamente conservata la cultura gaelica. Un tempo regione molto popolata nonostante solo il 20% della terra sia coltivabile.
I piedi affondano nella torba, dappertutto cataste di “mattoni” estratti dalle torbiere con una vanga apposita e lasciati ad asciugare. Ne abbiamo preso uno da bruciare nel nostro caminetto. Nulla di speciale se non che fa tanto fumo!
Terre rocciose e spoglie, laghi disseminati da isole, coste frastagliate.
Qui il terribile Cromwell spinse i proprietari terrieri cacciati dal resto d’Irlanda dopo aver espropriato i loro beni. Qui morirono di stenti senza sepoltura …
E sempre qui durante la Grande Carestia, a 10 pence al giorno per non morire di fame, la gente era costretta a costruire muretti di pietre. Quei bellisimi muretti a secco che tanto caratterizzano l'Irlanda.
Iniziamo il giro del CONNEMARA con la N59. Ci fermiamo al parcheggio di KYLEMORE ABBEY, presa d’assalto dai turisti. Vediamo i primi pullman con italiani. La folla non fa per noi e nemmeno il pagamento del ticket, perché la nostra Heritage Card non prevede l’ingresso in luoghi privati. Sicché fotografiamo dall’esterno il castello, sede di un collegio gestito da suore benedettine. L’abbazia è una piccola chiesa neogotica

ISOLE ARAN
Romantico, bello, antico Connemara! E finalmente le mitiche isole Aran.
Arriviamo a ROSSAVEL e passiamo la notte nel parcheggio dell'imbarco per le isole. Ci sono molti autoveicoli di turisti che passano qualche giorno sulle ARAN.( le videocamere fanno guardia).Il mattino dopo, in una giornata con straordinario cielo azzurro, c’imbarchiamo per le isole. Visiteremo la più grande: INISHMORE. All’arrivo nel porticciolo siamo presi d’assalto dagli autisti di pulmini in cerca di clienti. Sull’isola non ci sono veicoli privati, ci si sposta con bici a noleggio, con calesse o con i pulmini.
Questi portano a fare il giro dell’isola per poi lasciarci al forte


DUN AENGHUS.
L’isola è una lastra calcarea che affiora dal mare con impressionanti strapiombi. Onde impetuose, e un vento fortissimo. Qui sono stati costruiti chilometri di muretti in pietra per proteggere dal vento la poca terra coltivata incastrata nelle pietre.
Gli abitanti abituati alle asprezze dell’isola sono fieri delle proprie origini. Discendono dei primi Celti irlandesi e parlano il gaelico. L’isola è riferimento per i giovani che arrivano fin qui per apprendere l’ antica lingua.
Molto conosciuti sono i particolari maglioni delle Isole Aran. Si racconta che i diversi punti a maglia con cui sono confezionati, rappresentassero ognuno una famiglia, e dopo i naufragi quando il mare assassino restituiva i corpi dei pescatori dispersi, questi erano riconosciuti dai maglioni che indossavano.
Un regista americano, Robert Flaherty vi girò il '''film l’Uomo d’Aran''', facendo recitare soltanto gli isolani. In una sala pubblica sempre aperta si può visionare il film.
Purtroppo le isole, assalite dai turisti, perdono molto del loro fascino. Facciamo colazione nel bar vicino al porto.
Sull’isola INISHMORE visitiamo il forte DUN AENGHUS raggiunto grazie al nostro pulmino che ci scarica nei pressi della strada sterrata che arriva fino al forte. Posizionato 80 metri a picco sulla scogliera, di forma semicircolare, è una testimonianza storica. La fortezza è stata costruita intorno al 700 a.c. ed insediata fino al 1000 d.C.
Pare che la metà del cerchio sia sprofondata in mare. Le fortificazioni sono formate da tre bastioni. Il più piccolo all’interno ha dei camminamenti e qualche nicchia.
Ma la cosa più curiosa è la salita al forte che è disseminata da migliaia di pietre, cavalli di frisia, ostacoli difensivi che servivano da deterrente per chiunque tentasse l’avvicinamento alle mura.

Questo luogo mi ha sempre incuriosito, lo conoscevo come un'isola avvolta dalla nebbia, con il cielo grigio come le pietre. Al contrario, arrivo qui in un giorno di sole abbagliante, il cielo azzurro e il mare blu. Suonatori di organetto e flauto per strada e gli irlandesi sul viottolo polveroso, scatenati in danze folk. Una curiosità: tre anni prima avevo visto e registrato un servizio televisivo sulle Aran nel quale appariva lo stesso anziano suonatore di organetto. Incredibile! Era ancora lì.
E l’autista del pulmino? Un simpatico chiacchierone, con l’abitacolo del mezzo tappezzato d' immagini dei Papi. Anche lui è stato a Roma, come altri che abbiamo conosciuto in Irlanda. Gli Irlandesi adorano il nostro Paese.  San Pietro attira molti cattolici irlandesi.


Una particolarità di tutti gli automobilisti irlandesi: quando incrociano un mezzo salutano sempre, alzano la mano, più spesso solo tre dita, senza lasciare il volante. Tutti salutano tutti!
Sull’isola erano numerosi i turisti che incrociavamo a piedi e l’ autista del pulmino salutava pure loro con una battuta e una risata dal finestrino, senza conoscerli. 

Nel pomeriggio, dopo la visita al forte veniamo recuperati dal nostro pulmino che ci porta a fare il giro dell'isola. L'autista indica le cose più interessanti. Ci fermiamo per visitare un antico cimitero, infine arriviamo ad una punta rocciosa dove avremmo dovuto vedere le foche. Purtroppo dopo un po' d'attesa tutta la compagnia sale sul pulmino per recarsi all'imbarco. Il nostro traghetto ci riporterà sulla terra ferma.

Da qui il viaggio prosegue partendo dal Burren verso l’Irlanda sud occidentale.
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Alla prossima.
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Per tutti quelli che nel cuore si sentono Irlandesi.
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“May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,
may the sun shine warm upon your face,
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand.”

(Irish journey blessing)

Malcesine, Lago di Garda


Ecco le mura antiche, ecco la torre del castello, ecco MALCESINE, la perla del Garda. 

Abitata da Franchi, Longobardi e Scaligeri che nel XIII secolo costruirono il castello sulla rocca che domina tutto il borgo. Il castello è aperto ai visitatori che possono, dall'alto della sua torre pentagonale, ammirare lo splendido paesaggio.
All'interno il Museo archeologico, raccolte naturalistiche e una sala dedicata a Goethe. Si raggiunge da via Castello, che parte da una piccola piazzetta. Vicino all'ingresso vi è una terrazza che permette di vedere la riva opposta del lago e il borgo di Limone del Garda. 
Ho trascorso molte estati a Malcesine, passeggiando nel vecchio borgo, ma ogni volta c'è la scoperta di piccoli angoli nascosti. Molto romantico è il Porto Vecchio, racchiuso fra  vecchie case, dove il rumore delle onde che entrano nella piazzetta, ti fanno dimenticare le grandi dimensioni del lago. 

LAGO di GARDA Riviera orientale veneta

Se si ha la fortuna di salire sulla cima del Monte Baldo in una giornata serena, il Lago appare come un enorme zaffiro, incastonato fra le montagne di tre province: Brescia, Verona e Trento. Per il clima mediterraneo e la natura lussureggiante è considerato un piccolo mare. Argentati ulivi, rinomate vigne, alti cipressi, alloro, oleandri…Dalle profonde acque blu arrivano sulle sponde quiete onde che accarezzano vecchi borghi, antiche mura e ville.
Questa è la Costa Orientale Veronese chiamata:


la RIVIERA degli OLIVI.

Negli ultimi anni si è dotata di splendide passeggiate a lago che si possono percorrere a piedi o in bicicletta e  che uniscono i suggestivi borghi.
Partendo da sud, all’uscita dall’autostrada A4, si entra in
PESCHIERA.
Qui s’incontrano Veneto e Lombardia. Situata all’estremità della Riviera degli Olivi, esattamente dove il fiume Mincio esce dal lago e l’acqua da blu diventa verde. I margini del fiume sono il regno degli appassionati di pesca e cicloturismo. Da Peschiera si può ammirare la grandezza del Garda, la vista verso nord spazia nell’immenso specchio che sembra non aver fine. Peschiera fu fortezza romana, scaligera e veneziana. Le possenti mura fortificate del ‘500 circondano tutto il nucleo antico dell’abitato.
Sono bagnate da un grande fossato ed hanno quattro contrafforti. Peschiera fu importante centro della Repubblica della Serenissima e il suo nome è legato alle vicende risorgimentali del quadrilatero difensivo creato dagli austriaci con Verona, Legnago e Mantova. Inoltre, in piazza Catullo, grande e alberata, si trova la palazzina del Comando del Presidio dove, nel 1917, presenti il re d’Italia e lo stato maggiore, si svolse un convegno dopo Caporetto.
All’interno si possono ammirare cimeli risorgimentali e della guerra 1915-1918. E’ dotata di un bel porto. Per chi viaggia in treno, scendendo alla stazione ferroviaria di Peschiera si può salire il lago verso nord con i pullman che arrivano da Verona.

Viaggiando si approda a:
LAZISE.
In epoca romana era conosciuta come "Lasitium". Fu un’importante base commerciale e portuale degli Scaligeri e di Venezia che qui installò un grande arsenale. Nel 1509 i veneziani affondarono la loro flotta a 600 metri dalla riva per non cederla in mano al nemico. La parte storica è cinta da alte mura merlate e conserva il castello scaligero del XI-XV secolo e un vecchio porto circondato da un caratteristico borgo. La vecchia chiesetta di San Niccolò contiene affreschi della scuola di Giotto. Ci sono vari parcheggi fuori le mura dove si può sostare per poi entrare a piedi nel borgo antico. La strada  orientale è  spesso ai margini della riva e  il traffico è abbastanza lento perché il panorama merita, inoltre la carreggiata non permette i sorpassi. Più avanti s’incontrano molte spiaggette di ciottoli e, se si è fortunati, si parcheggia sul lago. Lazise è la cittadina che accoglie in maggioranza turisti tedeschi.


Grazie a Goethe, che descrisse le meraviglie di questi luoghi, la parte più a nord del lago è stata turisticamente "colonizzata" da affezionati che arrivano dalla Germania provenienti dal Brennero e che qui incontrano il primo "mare". Mentre a sud sono in maggioranza lombardi, veneti e mantovani.

Attraversate altre piccole frazioni si entra a:
BARDOLINO.
Incorniciata da colline moreniche dove si produce il rinomato vino rosso omonimo. Il vecchio borgo di pescatori ha le case disposte in file perpendicolari al lago. Anche qui gli Scaligeri eressero una possente rocca di cui sono parzialmente conservate le torri. Sul lungolago si affacciano i parchi di due ville dell’ottocento. Da vedere assolutamente è la chiesa romanica di San Zeno del IX secolo con capitelli longobardi. Dal porto, come del resto negli altri centri, parte la Navigazione Laghi. E’ molto interessante ammirare la costa e i borghi da un ‘altra prospettiva, navigando sui battelli.
Nei dintorni, alle spalle del lago, vi è l’Eremo dei Camaldolesi. Un complesso monastico del XVII secolo situato a 300 metri di altitudine. Il monastero è abitato da una quindicina di monaci. Possono soggiornaci i viaggiatori in cerca di solitudine, condividendo la vita monastica con i frati. Su questa rocca si possono fare passeggiate all’ombra dei boschi, e i sentieri portano fino ad un piccolo altopiano dove si può ammirare dall’alto a destra Garda, a sinistra Bardolino.

Da Bardolino, ecco
GARDA.
La leggenda dice che che il nome derivi dalla ninfa Engardina, ma è più probabile che risalga alla parola germanica "ward" (sentinella). A Garda sono arrivati romani, longobardi, carolingi, bavaresi e Scaligeri. Carlo Magno la elesse Contea nell’VIII secolo. Grazie all’importanza strategica, il nome latino "lacus Benacus" diventò Garda. Qui non esiste più l’antica rocca costruita su un una grande roccia panoramica, e distrutta nel XIII secolo. C’è però un borgo caratteristico medievale dei pescatori con il bel Palazzo dei Capitani in stile veneziano, la Torre dell’Orologio, i palazzi Iosa, Carlotto, e Fregoso in stile rinascimentale mentre la grande villa Albertini, in ottima posizione sul lago, ospitò nel 1848 re Carlo Alberto.
Le chiese da visitare sono due: Santa Maria, con un campanile del Cinquecento e dipinti di Palma il Giovane, e quella di Santo Stefano. La villa Canossa fu teatro dello sfortunato amore tra D’Annunzio e la Marchesa di Rudinì. Garda è uno dei luoghi gardesani più frequentati d’inverno dai turisti stranieri. In maggioranza tedeschi, ma da qualche anno inglesi, e generalmente del Nord Europa. Ha un bel lungo lago, piazzetta con ristoranti all’aperto, e vie caratteristiche con negozi d’ogni genere. Una passeggiata ai bordi del lago, fiancheggiata da olivi, porta fino a Bardolino. Tra questi due borghi, negli oliveti, ci sono grandi campeggi che hanno accesso direttamente al lago.

Poco lontano da Garda, sempre verso nord, c’è
PUNTA SAN VIGILIO.

Suggestiva località su un piccolo promontorio, con un bel porticciolo. Il nome deriva dal santo vescovo di Trento che nel IV secolo diede inizio alla conversione del territorio del Benaco.
C’è anche una versione mitologica, molto suggestiva che racconta di un Vigilio, nipote del dio dei boschi, che aveva scelto di vivere sul promontorio. Qui vide una bellissima ninfa di nome Stella e se ne innamorò perdutamente. Ella lo rifiutò e lo derise, sicché Vigilio in preda alla collera la trasformò in una pietra. Lo scoglio che affiora dall’acqua di fronte a Punta San Vigilio, si chiama appunto Scoglio della Stella.
Il promontorio è un angolo incantato del Garda di fama mondiale, tra ulivi, alti cipressi e la Baia delle Sirene, ha visto visitatori famosi come l’attrice Vivien Leigh (Via col vento), con il marito Lawrence Olivier, Churcill, D’Annunzio. Nel 1986 soggiornarono Carlo e Diana d’Inghilterra. Vi sono edifici storici: Villa Guarienti del 1540 circa, collegata da due scalinate alla chiesa di San Giovanni Nepomuceno, protettore dei naviganti.
Da questa parte del Lago si ammirano dei tramonti che esaltano il paesaggio, quando il sole sembra appoggiarsi sui  monti della riva opposta, i neri cipressi di Punta San Vigilio si stagliano nel cielo infuocato.
TORRI del BENACO.

I romani la chiamarono "Castrum Turrium". Anticamente esistevano sul porto due torri che gli Scaligeri usarono come fondamenta per la Rocca costruita sul porto nel 1383.Un interessante museo nelle torri merlate è dedicato alla pesca e alla produzione dell’olio d’oliva. Fin dai tempi antichi la Riviera degli Olivi dipendeva dalla coltura dell’olivo. Questa pianta è stata coltivata fin dal primo millennio a. C. Sui pendii ne sono state messe a dimora migliaia, tortuose sculture d’argento sempre vive tutto l’anno, che producono un olio fluido e delicato. IL colore è verde-oro e il sapore è caratteristico "del Garda". Viaggiando si possono ammirare i numerosi
olivi, nei giardini delle case, degli alberghi, sui pendii. La strada gardesana attraversa tutti i borghi a velocità è limitata, ma è un bel viaggiare per godere del panorama.

Ecco le mura antiche, ecco la torre del castello, ecco
MALCESINE, la perla del Garda.

Qui le targhe sugli edifici ricordano il passaggio di Goethe.

Franchi, longobardi…e Scaligeri, quest’ultimi nel XIII secolo costruirono il castello sulla rocca che domina tutto il borgo. Il castello è aperto ai visitatori che possono, dall’alto della sua torre pentagonale, ammirare lo splendido paesaggio. All’interno il Museo archeologico, raccolte naturalistiche e una sala dedicata a Goethe. Ho passato molte estati a Malcesine, passeggiando nel vecchio borgo, ma ogni volta c’era la scoperta di piccoli angoli nascosti. Molto romantico è il Porto Vecchio, racchiuso fra antichi edifici, dove il rumore delle onde che entrano dolcemente nella piazzetta, ti fanno dimenticare le dimensioni del lago. Qui siamo nella parte alta e stretta del Garda. La più profonda, che raggiunge in certi punti 346 metri. Di fronte i monti della costa bresciana ai piedi dei quali si intravedono le gallerie della strada gardesana occidentale e i paesi accostati sulle rive. Scendendo a piedi dalla  via Paina si arriva alla spiaggia omonima, dove nella bella stagione si gode il sole e si fanno bagni nelle fresche acque.

Sedersi ai tavolini del "bar castello", assaporare una birra fresca e poi salire i vicoli fra vecchie case di pietra ed arrivare fino al castello. Fra queste viuzze di ciottolato è facile il dolce perdersi, per poi spiare nei portoni che nascondono piccoli cortili. In questo angolo regna la tranquillità assoluta, si sentono solo i passi e i brusii dei turisti. Un giorno ho parlato con un’anziana abitante che in un veneto puro mi decantava l’aria salubre del Garda, mentre saliva arzilla la scala esterna di pietra rosa di Verona.
Si può andare ai piedi della rocca del castello dove c’è un piccolo accesso al lago, vi si arriva scendendo una ripida scala, e da sotto si ammirano le mura del castello e la rocca a picco sull’acqua.
Malcesine è stata dipinta da Gustav Klimt, che ha ritratto le case sul porto con le sue inconfondibili pennellate.
Vicino al porto c’è il Palazzo dei Capitani, così chiamato perché nel 1618 diventò la dimora del Capitano del Lago che aveva il compito di controllare i confini. E’ in stile gotico-veneziano e si può visitare. All’ingresso c’è un grande atrio con affreschi, di fronte si esce in un giardino con  accesso al lago.
Dopo il porto, con una passeggiata sul lungolago, dove sono "parcheggiate" in acqua decine di barche, si arriva alla Val di Sogno, l’estremità sud di Malcesine. Vi si affacciano belle ville seminascoste dai loro parchi.
Chi si trova a Malcesine deve assolutamente salire con l’ovovia sul Monte Baldo. Nelle giornate terse si gode del bellissimo panorama sul lago. La moderna funivia che parte da Malcesine offre a tutti gli occupanti spettacolare vista ruotando su se stessa a 360°. Trasporta turisti alla prima stazione di San Michele che si trova a 1000 metri, poi raggiunge i 1780 dove ci sono i campi da sci
La catena di questo monte occupa per 25 chilometri una parte della sponda orientale. Con la cima più alta raggiunge i 2.218 metri. Le pendici sono coltivate con olivi e vigneti, in alto esiste una flora rara, simile a quella dell’ultima glaciazione. 

Qui termina la descrizione della costa orientale veneta, ma il viaggio può proseguire passando da Riva nella provincia di Trento arrivando fin sulla sponda Bresciana. Altrettanto bella e ricca di storia.

Su queste sponde tanto amate, si ispirarono, poeti e scrittori: Virgilio e Catullo e poi Foscolo, Goethe, Joyce, D’annunzio, Ezra Pound, Bayron, Carducci, Valery, Tardieu…

GALLES-VIAGGIO nella terra del Red Dragon

Il primo cartello che incontriamo è '''Croeso i Cymru''', benvenuto in Galles. I gallesi si presentano così:
'''Siamo gente indipendente, e la nostra accoglienza è famosa'''


Forti della loro storia, oggi lo spirito nazionale è più vivo che mai. Ovunque sventola la bandiera bianca e verde con il Red Dragon. Tutti i cartelli e le indicazioni  sono nelle due lingue, prima il gallese e sotto l’inglese.
Gli anglosassoni che invasero il GALLES definirono "stranieri" (Welsche) i celti romanizzati che si erano rifugiati nell'odierno Galles. Da questa loro definizione ebbe origine il nome in lingua inglese del paese e dei suoi abitanti.
Nel 1998 la terra del Red Dragon ha ottenuto la devolution dal governo di Tony Blair che ha portato all'istituzione dell'Assemblea nazionale per il Galles, dotata di poteri di spesa all'interno del paese.
Ma la voglia d’indipendenza inizia da lontano….. 
CAERFHILLY
Dopo l'approvazione dello Statuto di Rhuddlan, che introduceva nel Galles il diritto e il sistema feudale inglese lasciando un ruolo marginale ai gallesi, si racconta che Edoardo I “l'invasore”, promise ai gallesi, che erano fortemente attaccati alla loro lingua, che mai avrebbe dato il controllo del loro paese a qualcuno che parlasse inglese. Infatti, nominò il figlio primogenito appena nato Principe del Galles, affermando che un neonato non parlava l’inglese! Il potere sul paese da parte di Edoardo I fu rafforzato dalla costruzione di numerosi castelli e da successivi insediamenti di coloni inglesi.

Resurrezione di Cristo olio su tela 164 x 240 cm.



L' ULTIMO mio LAVORO:
RESURREZIONE,  dipinto per la mia Parrocchia ed esposto dietro l'altare nel periodo pasquale.



Gesù Misericordioso

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Continua il ciclo soggetti religiosi.

Ho dipinto
Gesù Misericordioso
Olio su tela 100x200
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http://www.faustina-messaggio.com/immagine-gesu.htm

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Gesù Misericordioso,  l'originale, com' è apparso
a Santa Faustina.

PORTE di BRETAGNA

Ho fotografato le Porte di Bretagna